Arriva la blockchain per sapere tutto su una bottiglia di olio

AgriTech

Il progetto di Alce Nero permette al consumatore di scoprire origine del frantoio e storia dei produttori semplicemente inquadrando l’etichetta con il cellulare.

Repubblica 24 Giugno 2021
Una blockchain che certifica la provenienza dell’olio extra vergine biologico Terra di Bari Bitonto. È il nuovo progetto di Alce Nero, che permette di scoprire non solo l’origine del frantoio ma anche l’azienda agricola, i singoli campi di ulivi e perfino le storie dei produttori semplicemente inquadrando l’etichetta con lo smartphone.

Una blockchain che certifica la provenienza dell’olio extra vergine biologico Terra di Bari Bitonto. È il nuovo progetto di Alce Nero, che permette di scoprire non solo l’origine del frantoio ma anche l’azienda agricola, i singoli campi di ulivi e perfino le storie dei produttori semplicemente inquadrando l’etichetta con lo smartphone.

La blockchain, che è una catena di dati condivisa e modificabile solo lasciando traccia, è stata costruita da Massimo Morbiato di Ez Lab: «Questo progetto si distingue per la mole di informazioni che contiene – racconta -. Lo scopo è quello di aumentare la fiducia dei consumatori per dare maggiore rilevanza e valore al prodotto. Sempre di più un bene alimentare viene considerato in base alla sua storia e al suo impatto sul territorio». E il territorio è quello delle Lame pugliesi, le insenature carsiche che dalle Murge scendono verso il mare: 40mila ettari di distretto nel nord Barese di cui 3.200 biologici, da cui provengono 6mila quintali di olio. «Sono zone complicate climaticamente e socialmente. Bisogna consentire a tutti di coltivare e guadagnarci per non perdere gli oliveti», racconta Benedetto Fracchiolla, olivicoltore e presidente del biodistretto delle Lame: «La nostra idea è di andare oltre il biologico verso un sistema completamente sostenibile coinvolgendo aziende e comuni».

Per Massimo Monti, ad di Alce Nero, «la tecnologia è di grande aiuto e l’ecologia fondamentale, ma nessuna delle due risolve il problema del prezzo basso dei beni alimentari o della redistribuzione del reddito verso i produttori. Il nostro gruppo è fatto da tanti agricoltori e trasformatori che lavorano assieme per creare valore con un marchio unico». Monti ricorda come in questo periodo tutti parlino di sostenibilità, «ma per noi la prima sostenibilità è quella della filiera agricola. La blockchain ci aiuta a dimostrare la serietà di tutti i passaggi, però fare un prodotto sostenibile costa e se si vuole che tutto lo sia bisogna avere maggiori incentivi o poter alzare i prezzi».