L’agricoltura non sarà più come la conosciamo: scatta la rivoluzione

Andrea Muratore

Questo è ancora più vero quando si parla dell’Italia, Paese che si trova stretto tra diverse problematiche: da un lato, un contesto europeo che con le Politiche agricole comunitarie (Pac)  penalizza direttamente il nostro sistema-Paese, garantendo un sussidio diretto a produzioni concorrenti, dato che i redditi degli agricoltori italiani sono coperti dall’Ue per il 28% a fronte del 40% medio comunitario. Dall’altro, un arroccamento su un sistema complesso di bonus, incentivi e sussidi che frenano lo sviluppo sistemico di nuove produzioni e tecniche.

Il cibo è vita, l’agricoltura è il settore chiave per procacciarselo. E i Paesi non sono disposti, dopo la lezione della pandemia, a rinnciare alla tematica della sovranità alimentare. E al contempo, un miglioramento dell’efficienza e della produttività dell’agricoltura può contribuire a cogliere due piccioni con una fava: sviluppo economico e transizione green. La produzione alimentare è infatti responsabile del 26% delle emissioni nocive globali, il 27,5% in Italia secondo Ispra, prodotte per la maggior parte dall’agricoltura e in primo luogo dall’allevamento del bestiame, e inoltre impatta notevolmente sul tema del consumo idrico, dell’equilibrio di biodiversità e della gestione del suolo. In Italia Ispra stima che nell’ultimo trentennio gli impatti dell’agricoltura in termini di emissioni siano calati del 13% (da 34,7 a 30,2 milioni di tonnellate annue di anidride carbonica), ma uno sforzo ulteriore è necessario.

Nella sostanza la transizione verde passa per l’innovazione tecnologica che rende possibile un uso più efficiente e sostenibile delle risorse, e anche per l’agricoltura questa realtà di fatto non cambia. Lo sviluppo, spesso tutt’altro che ambientalmente proficuo, di nuove, presunte modalità di consumo “ecosostenibili” a livello dei privati cittadini non è che una foglia di fico dietro cui si cela la verà, importante necessità legata al rapporto tra agricoltura e sostenibilità: la necessità di rafforzare strutturalmente la filiera produttiva, facendole fare un salto nel XXI secolo.

Fonte: Il Giornale