Una linea guida univoca e condivisa per il “residuo zero” per affacciarsi a una nuova fetta di mercato

Zero Residui piatto pulito, lo slogan di un organizzazione di volontari che sostiene questa causa.

Author: Lorena Lucia Reale
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In Francia, il 14% della produzione agroalimentare convenzionale è stata convertita al residuo zero, grazie a 60 aziende e 5000 produttori che si sono messi in rete. Anche il mercato italiano è molto interessato a questa frontiera, intravedendo in tale pratica una nuova e interessante offerta in grado di conquistare una fetta di mercato. Sempre più cittadini, infatti, chiedono prodotti agroalimentari sicuri ed ecosostenibili. Produrre alimenti con input poco residuali e con un basso apporto di chimica, attraverso la pratica agronomica del residuo zero, è un modo concreto e realizzabile per rispondere a questa domanda.

L’organizzazione di Volontariato senza scopo di lucro, Zero Residui ODV, si è costituita poco prima di Natale 2021 alle scopo di creare aggregazione tra le varie figure di una filiera che sposino questo modello sostenibile di fare agricoltura.

“Abbiamo costituito un comitato tecnico-scientifico – spiega Carmelo Sigliuzzo, uno dei membri dell’associazione – con l’obiettivo di creare una linea guida univoca per il residuo zero. Dare un’identità maggiore e condivisa al residuo zero permetterebbe di coinvolgere più operatori della filiera, ma garantirebbe una maggiore riconoscibilità del prodotto sui mercati per il consumatore, invogliandolo al consumo e proponendogli qualcosa di condiviso e di trasparente”.

“Vogliamo “rafforzare” ma al contempo costituire una rete per una filiera virtuosa – dice Sigliuzzo -. E quindi far confluire in essa quanti più operatori possibili, dalla produzione alla distribuzione, coinvolgere enti di certificazione, e portare avanti attività di formazione e di promozione sul residuo zero, per essere in grado di conquistare una nuova fetta di mercato”.

Il residuo zero è un concetto allargato di sostenibilità. In più, ben si coniuga con le politiche del Green Deal e del Farm to Fork, che si prefiggono l’obiettivo di minimizzare gli input produttivi.

Per maggiori informazioni:
info@zeroresidui.it
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